Icone

Alcuni modelli di icone che vengono realizzate nei nostri corsi.

Madre di Dio della Tenerezza (part.)

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Datazione: inizio del XV sec.
Dimensioni originali: cm 29x17,5
Conservata al Museo Russo di San Pietroburgo; proveniente dalla coll. Prochorov.

La tipologia compositiva di questa icona risale al tipo bizantino della Madre di Dio “Eleousa” (pietosa), che si distingue per l’atteggiamento di tenerezza fra la madre e il Figlio e sottolinea l’umanità di quest’ultimo. La più antica raffigurazione di questo tipo è un rilievo in avorio dell’VIII sec., proveniente dall’Egitto. La prima apparizione dell’Eleousa a Costantinopoli (dove esistevano almeno due chiese dedicate ad essa) risale al periodo fra l’XI e il XII secolo; nel XII secolo venne dipinta la famosa icona bizantina che, donata dall’imperatore di Bisanzio al principe della Russia (1130-1135), prenderà il nome di Madre di Dio di Vladimir e segnerà l’inizio dell’iconografia tipicamente russa dell’ Umilenie (Tenerezza).

Profeta Isaia

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Datazione: 1560 circa
Dimensioni: cm 77x52,5
Conservata al Museo di Novgorod; proveniente dalla cattedrale della Natività della Madre di Dio nel Monastero di Sant’Antonio a Novgorod.

Nella struttura simbolica dell’iconostasi alta l’ordine dei profeti (fra i quali compare Isaia) raffigurava la Chiesa dell’Antico Testamento, da Mosè a Cristo. I profeti che ricevettero la rivelazione dell’incarnazione e del ministero salvifico di Cristo nell’iconostasi vengono accostati all’icona della Vergine con Bambino che ricorda il compiersi delle loro profezie e della promessa divina.
Secondo la tradizione iconografica, Isaia reca un rotolo svolto con il testo della profezia (si legge: “Io preannunzio che Tu nascerai dalla Vergine”). Inoltre, con la destra indica il testo e nella sinistra regge delle tenaglie, attributo simbolico che allude alla visione da cui aveva avuto inizio il suo ministero profetico. Con queste tenaglie un serafino aveva posato sulle labbra di Isaia un carbone ardente preso dall’altare del Signore (Is. 6,1-7).

Miracolo di San Giorgio e il drago

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Autore: Scuola di Novgorod
Datazione: XV secolo
Conservata Museo Russo di San Pietroburgo.

Il forte contrasto cromatico e la geometria della composizione di questa icona, ne fanno un vero esempio di semplicità ed efficacia.
Immagine ideale della vittoria e del superamento del male, san Giorgio domina la scena, con il volto circondato da un’aureola bianca come il suo cavallo. Il manto verde rappresenta la forza dello Spirito ed è messo sulla diagonale della lancia che lo contrappone al drago, simbolo del male. Uscito dalla nera grotta, il drago si contorce e si rivolta inutilmente contro il cavaliere che gli trafigge il capo con la sua lancia appuntita.

Salvatore in Trono

salvatore-in-tronoAutore: Scuola di Novgorod
Datazione: XVI secolo
Conservata alla Galleria Tret’jakov di Mosca.

L’iconografia del Salvatore in trono è di origine bizantina e risale ai secoli precedenti all’iconoclasmo. Dalla Cappadocia giunse in Russia tra il XII e XIII secolo. Il tema è riconducibile alla visione di Isaia (6:1-4) in cui il Signore è seduto su un trono circondato dai serafini; Ezechiele lo descrive circondato dai quattro Esseri Viventi (1:4-28); infine Giovanni lo vede avvolto da un arcobaleno di luce (Ap., 4:2-9).